Giuseppe Ungaretti

la vita e la poetica

Per parlare di Ungaretti è necessario fare riferimento al Futurismo  e alle Avanguardie.  Nel 1912 il poeta si trasferisce a Parigi e dispone già di un notevole bagaglio culturale, ha studiato i testi di poeti decadenti come d’Annunzio, Baudelaire, Mallarmè , incontra  poeti e pittori d’Avanguardia. Ungaretti  vuole rinnovare dalle fondamenta il linguaggio lirico della tradizione italiana, messo già in crisi dai futuristi, pertanto nelle sue prime poesie, pubblicate su Lacerba, rivista dei futuristi,  metterà in pratica queste novità. Sono poesie in cui le rime sono assenti, la punteggiatura scompare, predominano versi brevi, talvolta fatti di una sola sillaba,  forti pause,  spazi bianchi. Ungaretti si arruola come volontario nel 1915 e partecipa alla Prima Guerra Mondiale, alla fine del conflitto torna a Parigi, lavorando come giornalista del Popolo d’Italia fondato da Benito Mussolini. Nel 1919 si unisce ai Fasci di combattimento ma anni successivi continua la sua professione di giornalista e assume, benché non laureato, la cattedra universitaria di Letteratura italiana in Brasile e poi a Roma. Nel 1926 sfida in un duello lo scrittore Bontempelli, con cui aveva litigato ed in quella circostanza Pirandello offre il giardino della sua villa di Roma per la sfida. Dopo la fine del Fascismo nel 1946 il poeta è chiamato a giustificare la sua adesione alla politica di Benito Mussolini e qualcuno vorrebbe togliergli la cattedra di insegnamento, lui presenta un memoriale in sua difesa e viene reintegrato nella cattedra. Sempre in viaggio per il mondo è apprezzato in varie Università e riceve la laurea honoris causa in Brasile, ammirato dalle giovani generazioni  nella rivoluzione del Sessantotto muore a Milano nel 1970.

La prima raccolta di poesie di Ungaretti fu pubblicata nel 1916, contiene  32 poesie e prende il titolo di Il porto sepolto ; la seconda raccolta fu pubblicata nel 1919 e fu intitolata Allegria di Naufragi; nel 1931  la raccolta prende il titolo definitivo di Allegria ed è composta di 74 liriche, lo scenario è quello della Prima Guerra Mondiale. Come già accennato, si tratta di poesie molto innovative sul piano stilistico: versi molto brevi, forti pause sintattiche, spazi bianchi, assenza di punteggiatura e di rime, uso di allitterazioni, assonanze e analogie. Le parole singole sono enfatizzate, spesso isolate nel verso, hanno una forte carica semantica poiché esprimono la realtà profonda dell’io. La parola è indefinita , assoluta, sublime, una illuminazione istantanea che vuole cogliere il senso stesso della vita. Le singole poesie recano sia un titolo, che è parte integrante del testo, sia un elemento paratestuale ossia il luogo e una data di riferimento. In guerra la morte , la disperazione , la malinconia prendono il sopravvento ma il poeta si sforza di cogliere la bellezza in ogni singolo momento di vita e la speranza di poter sfuggire alla morte. Da qui l’ossimoro del titolo “Allegria”, correlato a momenti tragici in cui il poeta è  vicino alla morte ma anche esprime con forza  il desiderio di vivere che ha in sé. I sottotitoli delle 5 Sezioni in cui si divide l’opera sono:  Ultime, Il porto sepolto, che fa riferimento ad una antica città sommersa sotto il porto di Alessandria d’Egitto città natale del poeta, Naufragi ,  Girovago, infine, Prime. In molte liriche c’è un sentimento panico , già riscontrato nel poeta d’Annunzio per cui Ungaretti si sente parte della Natura stessa e si perde in essa, condivide il destino di morte e disperazione con gli altri uomini, sentendosi vicino a loro. La sua appartenenza al genere umano e la solidarietà con i suoi compagni è un modo per superare la sofferenza e la tragedia della guerra. Parole chiave di questa raccolta sono “fratellanza”, “solidarietà” e ricordano concetti espressi nella “Ginestra” leopardiana.  L’uomo per Ungaretti  non è altro che “ una docile fibra dell’universo”, che afferma la sua vitalità, il suo amore per la vita in armonia con l’Universo.

La seconda importante raccolta di poesie è Sentimento del tempo pubblicata nel 1933, in essa c’è un recupero dei versi lunghi della tradizione endecasillabi e settenari, la sintassi diventa più ampia, torna la punteggiatura e le figure retoriche tra cui il chiasmo, la ripetizione ed anche il lessico diventa più aulico ed elevato, pieno di significati nascosti. Non a caso la raccolta viene considerata vicina alla scuola poetica dell’Ermetismo che si affermerà tra le due guerre. Lo sfondo delle varie poesie è Roma, con il suo scenario di monumenti millenari che ci suggeriscono lo scorrere infinito e inesorabile del tempo che distrugge ogni cosa . Un sentimento di vuoto attraversa tutte le liriche e svela quella lenta agonia di ogni cosa. Ungaretti preconizza un destino di morte, di fine del mondo nel divenire del tempo,  da qui nasce il titolo della raccolta”Sentimento del tempo”.  Questo sentimento di morte e disfacimento rimanda ad un gusto tipicamente barocco  e tra dubbi ed incertezze il poeta abbraccia la fede cristiana in una sorta di misticismo religioso.

Altra raccolta di Ungaretti è Il dolore, il poeta inserisce le poesie scritte tra il 1936 e il 1946 nella fase della Seconda Guerra Mondiale e rivela un momento tragico nella sua vita privata, la morte del figlio Antonietto. Vi è ancora il sentimento della morte e della rassegnazione, della consolazione nella preghiera a  Dio, continua la tendenza allo stile alto della raccolta precedente e delle metafore di gusto barocco.

Terra promessa, Un grido e il Taccuino sono i titoli di altre tre raccolte  nelle quali persistono i temi della solitudine, morte,  dolore, del nulla e della fine di ogni illusione di giovinezza, in un’atmosfera di evidente pessimismo.

Motivi ricorrenti di tutte le poesie di Ungaretti appaiono, pertanto, “il ricordo”,  “il viaggio” come scoperta della essenza dell’uomo, “il dolore”,  il senso di “solitarietà” tra gli esseri umani. Il poeta parte da una vicenda biografica e personale per poi riflettere sul senso dell’Uomo in generale e della sua esistenza. Attraverso la poesia e  una sorta di autoanalisi egli scopre anche nel dolore  e nella precarietà dell’uomo quella  che è l“essenza sacra” della vita , minacciata dalla morte e dal nulla. Non a caso Leopardi è il poeta preferito da Ungaretti, anche se il poeta di Recanati non trova alcun conforto nella fede e nella religione.